Hope: una racconto sull’elaborazione del lutto
Un diario del dolore e dell’elaborazione, seppure raccontata in maniera sintetica, del lutto. La storia inizia con una scena di sofferenza avvolgente di Jeremy, il protagonista
Hope è un racconto breve, una cinquantina di pagine in totale, pubblicato in self dalla misteriosa autrice Ross. È una sorta di diario del dolore e dell’elaborazione, seppure raccontata in maniera sintetica, del lutto. La storia inizia con una scena di sofferenza avvolgente di Jeremy, protagonista della storia. Attorno a lui un mondo maschile, fatta eccezione per Lisa, la segretaria. Una storia che apre riflessioni sulle sfumature del dolore, non banali e scontate, soprettutto perché vissute dalla parte di popolazione che convenzionalmente deve dare l’immagine della solidità.
Jeremy si trova ad affrontare le sfumature del dolore causato dalla perdita del compagno, Kol. L’autrice passa dal raccontare ricordi felici a descrivere la sofferenza del protagonista, sempre forte e pungente. In hope ci sono alcuni aspetti ricorrenti come un profumo che inebria e rapisce la mente di Jeremy; il colore rosso che poi si scoprirà essere riferito alla leggenda del filo; le sensazioni di vuoto e curiosità davanti allo sconosciuto.
Hope: dolore e speranza
In questo struggente racconto l’autrice si concentra parecchio sulla descrizione minuziosa del dolore che prova Jeremy, ma non manca nella controparte. Il solo dettaglio che il protagonista sta affrontando un percorso psicologico con Klaus, dona a Jeremy la capacità di sperare. Un dettaglio non banale, quando si parla di perdite tanto forti come quelle in cui l’amore viene schiacciato dalla morte, rendendo intangibile tutto.
Se il dolore apre racconto, si può dire che la speranza lo chiude. E penso che noi esseri umani abbiamo bisogno della speranza per superare le prove della vita. Un consiglio che mi sento di dare a Ross per i prossimi racconti: non avere paura di lasciarti andare nella narrazione!
Chi è Ross?
È molto difficile per me spiegare chi sia Ross. È la prima autrice che scelgo di leggere dopo che ha risposto al mio appello di ricerca emergenti, che non parla molto di sé. Anche il suo profilo Instagram è improntato sulla scrittura, lasciando totalmente fuori la sua immagine. Fors,e proprio questo suo modo di non mostrarsi al mondo palesemte, mi ha incuriosita e ho deciso di leggere uno dei suoi racconti. Ross è l’autrice, oltre che di Hope, anche di Sbagliati e L’Istruttore.
Inoltre, di Ross, mi ha colpita molto la descrizione che ha pubblicato sul suo profilo come selfpublisher: «Mi definisco scrittrice solo per la passione che ho per la scrittura, per me è essenziale, come respirare. Non amo parlare molto di me, a voce molto spesso sono superficiale, parlo di cose futili, la vera me, le mie molteplici versioni sono tra le righe delle mie storie, lì dove non ho filtri e posso sfogare ciò che mi affligge. L’inchiostro è l’arma che uso per liberarmi dei miei pesi, le parole trascritte nei fogli bianchi sono la spalla dove mi sono rifugiata quando il mondo mi andava stretto, lo faccio tutt’ora e lo farà finchè avrò vita».
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