Sociodramma: «I bambini come me vanno all’inferno»
Le psicologhe e gli psicologi di Omnia Impresa Sociale hanno voluto dedicare un appuntamento alla relazione tra psicologia e teatro, due discipline che guardano all’umano in modo profondo, con lo scopo di sovrapporre due lenti per destrutturare un vecchio sé e costruire una nuova identità, oppure indagare il presente e lavorare sulla consapevolezza di emozioni e pensieri
A Sociodramma: «I bambini come me vanno all’inferno» è questo il titolo del prossimo appuntamento di Psicologi in piazza 2024. La quinta edizione, dopo l’eccellente debutto con la Biblioteca Vivente, torna a febbraio con un nuovo appuntamento dedicato al teatro. La seconda arte è entrata nella nuova edizione del festival dell’associazione Omnia Impresa Sociale e verrà proposta venerdì 16 febbraio, alle 21, al Centro Tommasoli di Verona.
Le psicologhe e gli psicologi di Omnia Impresa Sociale hanno voluto dedicare un appuntamento alla relazione tra psicologia e teatro, due discipline che guardano all’umano in modo profondo, con lo scopo di sovrapporre due lenti per destrutturare un vecchio sé e costruire una nuova identità, oppure indagare il presente e lavorare sulla consapevolezza di emozioni e pensieri. Il fine è la condivisione, il confronto e la catarsi.
La condivisione rafforza i legami sociali, accresce le conoscenze personali sul mondo e rende noto quello che gli altri vedono, permettendo alle persone che vi si immergono, in qualche modo, di vedere e conoscere meglio parti di sé stessi. Dal confronto libero tra i punti di vista di persone diverse, nascono soluzioni inedite e impensabili per una mente singola. Quest’ultima al massimo può confermare sé stessa ma non può contraddirsi. Proprio annichilendo quello che ognuno pensa, si arriva a un nuovo gradino del pensiero. Aristotele introdusse il termine catarsi al fine di «purificare» e liberare l’individuo da una contaminazione che danneggia o corrompe la sua natura. Catarsi è, quindi, l’effetto che il dramma greco aveva sugli spettatori. Catarsi è il raggiungimento dell’obiettivo nella psicoterapia.
Cos’è il Sociodramma
Il sociodramma è uno strumento di intervento utile non solo in psicoterapia, ma anche in ambito sociale, educativo e formativo. La rappresentazione teatrale e l’azione scenica sono il metodo principale di espressione e comprensione delle proprie emozioni e sentimenti. Da qui, l’invito a proporre un proprio tema e a dargli una forma concreta. Si possono rappresentare eventi, sogni, relazioni, parti di sé, ricordi, fantasie, desideri e altro. Si viene quindi chiamati a mettere in scena quello che è presente nel proprio mondo interno.
«Per il quinto festival abbiamo voluto inserire un sociodramma con rappresentazioni sulla vita carceraria, con il coinvolgimenteo attivo del pubblico – spiega il presidente di Omnia Impresa Sociale, dottor Michele Orlando – Questa particolare esperienza permetterà ai partecipanti di rivisitare aspetti culturali, atteggiamenti personali e collettivi, stereotipi e ideologie che ci appartengono come individui e come gruppi sociali. L’obiettivo è quello di mostrare e far riflettere le persone sul fatto che da troppo tempo e con frequenza il carcere è considerato un luogo dove tutto finisce».
Al fianco del dottor Mazzara, che condurrà la serata, ci saranno l’attore Otello Bellamoli, i musicisti Paola Zannoni ed Enrico Breanza. La ricerca testi è stata curata da Paolo Bottura, di luci e scene si occuperà invece Stefano Zizzi. Saranno loro a trasportare il pubblico in scene che hanno a che vedere con la vita carceraria; così, permetteranno una piena comprensione ed elaborazione degli aspetti emotivi e psicologici che attraversano i detenuti.
L’evento è adatto a persone maggiorenni. Si ricorda che l’evento Sociodramma: «I bambini come me finiscono all’Inferno» è a ingresso libero, è consigliata la prenotazione.
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