Antica Osteria Molinari Sante: l’esempio di chi ha imparato a osare
Antica Osteria Molinari Sante: l’esempio di chi ha imparato a osare. Credo fermamente che questo ristorante abbia tutte le carte in regola per diventare un luogo famoso e riconosciuto da esperti del settore.
Osteria non convenzionale
Dal primo istante si percepisce che quel locale di “osteria”, nel vero senso del termine, ha ben poco. L’Antica Osteria Molinari Sante è uno di quei luoghi con un grande potenziale che sta trovando, piatto dopo piatto, la sua spettacolare dimensione.
Sono stata in questo locale quattro volte, ci torno sempre molto volentieri. L’ultima mia visita è stata in occasione di San Valentino e per la quarta volta sono uscita dal ristorante pienamente soddisfatta. Il menù studiato dal giovane Chef Matteo, era questo:
Accolti con un bicchiere di spumante rosé e con i loro inconfondibili grissini, siamo stati serviti quasi subito, nonostante il locale fosse quasi pieno. Il personale si è mostrato come sempre molto gentile ed educato.
L’antipasto
Iniziamo con questo morbido flan di carote su medaglione d’agnello, dominato dalla cipolla che è stata marinata con il karkade, il tutto poggiava su un fondo bruno al limone. Un piatto dal sapore avvolgente, dove non il palato è stato catturato da un gioco di sapori calibrati: dalla cipolla marinata al karkade, fino alla tenera carne d’agnello. Un’esperienza culinaria che si è chiusa con una nota di limone che, sfumando i sapori gustati in precedenza, rinfrescava la bocca.
Il primo
Il primo piatto scelto dallo Chef erano i tagliolini ai carciofi su crema di burrata. Il sapore amarotico del carciofo e quella capacità di inibire temporaneamente i recettori delle papille gustative che recepiscono i cibi dolci, ha reso la burrata ancora più morbida, esaltando la piacevole delicatezza di questo latticino. A chiudere questo piatto è stata una spolverata di carciofo fritto che ha dato una spinta audace alla creazione.
Il secondo
La penultima portata di questo “speciale” di San Valentino, è risultata essere una nuovissima esperienza per l’accostamento di ingredienti mai trovati in precedenza: una faraona ripiena con mele al sambuco e peperoncino. La prima parola che mi è venuta in mente, appena ho assaggiato questo piatto è stata: straordinario. Innanzitutto, ho mangiato per la prima volta una faraona davvero deliziosa, la carne era morbida e non stopposa come nella norma, inoltre la punta leggermente acidulo della mela ha trovato uno sposalizio non convenzionale con il peperoncino e il sambuco in chiusura.
Il dolce
Il dolce pensato e realizzato per questa occasione specifica era un crumble di cioccolato e noci con mousse di fragole. Il sapore deciso ma non invadente del cacao che si sposa alla frutta secca è stato il primo impatto che ho avuto con questo dolce. Presentato a forma di cubo, sembrava uno scrigno che nascondeva il suo tesoro: la morbida e delicata mousse di fragole.
Conosciamo l’anima del luogo
Scambiando qualche parola con persone vicine allo chef, scopriamo che l’Antica Osteria Molinari Sante è stata riaperta con la nuova gestione il 16 novembre del 2018, è a conduzione familiare e il nome centenario che domina sulla facciata di questa attività, è stato mantenuto anche per preservare la memoria locale. Questo locale si trova in un paese di pescatori, Pacengo è una delle frazioni del Comune di Lazise, sul lago di Garda. Lo chef ben onora questa posizione, lavorando il pesce con delicatezza e senso della misura dei condimenti.
La formazione
Questo giovane Chef dopo aver studiato all’IPSAR (Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione) Luigi Carnacina, ha mosso i primi passi nelle cucine locali di un certo livello, come “Villa Cariola” e “Casa degli Spiriti”, fino ad arrivare al fianco di uno chef stellato sull’Argentario, “Il Pellicano”. Insieme a lui, l’intera famiglia si è unita in questa missione di buona cucina sul lago di Garda, compresa la sorella Sara, che invece ha studiato i servizi sala.
Una passione che scorre nelle vene
Mi sono chiesta da dove arrivasse questa passione, è una delle mie curiosità più recondite quando mi approccio alle persone o a lavori eccellenti realizzati da talenti che il mondo deve ancora conoscere. Ho scoperto che l’amore per la buona cucina viene dal padre, che ho scoperto essere un cultore della materia grazie alla madre, cuoca conosciuta sul lago di Garda.
Mentre degustavo la mia cena di San Valentino ho sentito dentro di me le parole che sono state spese per questo giovane Chef da una persona a lui vicina: “Un po’ tutta la creatività che mette nei piatti nasce dal rischio che si prende e da momenti che ha vissuto all’interno di ristoranti particolari”. Ho sentito queste parole vive dentro di me proprio nello scoprire accostamenti insoliti e sorprendentemente perfetti.